Prometeo (in greco antico: Προμηθεύς, Promethéus, «colui che
riflette prima», in latino: Prometheus), è una figura della mitologia greca,
figlio di Giapeto e di Climene. A questo eroe, amico del genere umano, sono legati
alcuni antichissimi miti che ebbero fortuna e diffusione in Grecia.
Le tradizioni differiscono talvolta sul nome della madre: al
posto di Climene, viene citata Asia, figlia di Oceano, anch'ella un'Oceanina.
Una leggenda più antica lo rendeva figlio di un Gigante, chiamato Eurimedonte,
il quale lo aveva generato violentando Era, il che spiegherebbe l'avversione di
Zeus verso Prometeo. Prometeo ha vari fratelli: Epimeteo ("colui che pensa
dopo", a differenza del fratello Prometeo "colui che pensa
prima"), Atlante, Menezio. Prometeo si sposò a sua volta. Il nome di sua
moglie varia egualmente secondo gli autori: il più delle volte è Celeno, o
anche Climene. I suoi figli sono Deucalione, Lico e Chimereo, ai quali si
aggiungono talvolta Etneo, Elleno e Tebe.
La sua azione, posta ai primordi dell'umanità, si esplicava
in antitesi a Zeus, dando origine alla condizione esistenziale umana. Prometeo
è un titano amico dell'umanità e del progresso: ruba il fuoco agli dei per
dar
lo agli uomini e subisce la punizione di Zeus che lo incatena a una rupe ai
confini del mondo e poi lo fa sprofondare nel Tartaro, al centro della Terra.
Ha spesso simboleggiato la lotta del progresso e della libertà contro il
potere.
Nella storia della cultura occidentale, Prometeo è rimasto
simbolo di ribellione e di sfida alle autorità e alle imposizioni, e così anche
come metafora del pensiero, archetipo di un sapere sciolto dai vincoli del
mito, della falsificazione e dell'ideologia.