domenica 14 giugno 2020

Dialogo tra Ulisse e il Tempo - Step #25

ULISSE: io rappresento l’uomo e sua la sete di conoscenza, mi sono spinto fino dove alla ragione umana è consentito, ma dimmi chi sei e perché hai quell’aria boriosa.

TEMPO: io sono il tempo tutto avvolgo e tutto travolgo, scorro lentamente ma con una velocità impressionante, il mio fluire non torna più indietro e scivolo tra le vostre vite senza che voi ve ne rendiate conto. Il mio scorrere non ha mai fine, ho visto molte civiltà, ho conosciuto uomini potenti, ricchi, poveri con pregi, debolezze, vizi e virtù. Ho assistito alle grandi tragedie che il genere umano nei secoli ha vissuto. Ho conosciuto illustri personaggi che hanno lottato per la libertà, la giustizia, la patria e che hanno segnato il corso della storia. Ho visto e ammirato le meraviglie del mondo e non riesco a capire per quale motivo voi uomini non apprezziate ciò che Dio vi ha donato. Spiegamelo!

ULISSE: hai ragione, ma il cuore umano è debole, fragile, avido e spietato non si accontenta. Non si ferma quando in gioco c’è il potere, la fama, la ricchezza e riconosce come unico credo quello del vile Dio denaro.

TEMPO: contro di me nulla può l’uomo, lo vedo nascere, crescere e morire nessuno vive per sempre. Quando arriva l’ora provo un piacere egoistico nel porre fine alla sua arroganza e alla sua presunzione di immortalità.

ULISSE: forse sbagli! Alcuni uomini sono immortali. Dante, Leopardi, Manzoni ecc…sono diventati immortali grazie alla poesia, i loro messaggi viaggiano nello spazio e nel tempo, di civiltà in civiltà e da generazione in generazione. Ci sono uomini come Falcone e Borsellino che hanno lottato per la giustizia lasciando un messaggio alle future generazioni, e cioè lottare in nome della libertà per vivere in una società più giusta. Ci sono uomini come Ezio Bosso la cui grandezza dell’anima e l’elevatezza del suo spirito fanno di lui un’artista senza tempo e che aiuta, noi mortali, a riflettere sulla vita attraverso la musica. La musica è vita e aiuta a sconfinare i limiti e la caducità dell’esistenza umana.  

TEMPO: forse hai ragione! l’unico modo che vi è stato concesso per restare immortali è il ricordo, la memoria, la fama, le gesta nobili che vi rendono in qualche modo immortali. Ci sono uomini che vivranno nel cuore di quanti vorranno far tesoro delle loro testimonianze e delle loro vite spese in nome di ideali elevati.

ULISSE: Tutto quello che ho capito, dall’alto della mia esperienza è che la vita non fa sconti e non fa promesse. La tua amica morte è come un gufo tranquillo e senza ali, sa aspettare, e quando noi crediamo superbamente di essere padroni dalle nostre vite allora arriva lei, lenta e inesorabile, con la sua falce, il cappuccio oscuro e il procedere infallibile. Purtroppo ho fatto la sua conoscenza!

TEMPO: voi uomini rincorrete per tutta la loro vita i beni materiali e tante cose futili incuranti del prossimo e di quel prezioso dono che vi è stato fatto da Dio, la vita, ignorate il senso reale di essa e cioè “l’amore”. L’amore è vita, è passione, è donare e ricevere senza chiedere nulla in cambio, l’amore è eterno, non sprecate il mio tempo perché sono limitato. Non sprecate questa grande occasione non ve ne sarà data un’altra possibilità. Chi spreca un’ora di me non ha scoperto il valore della vita.

Sintesi finale - Step #24


L’etimologia: dal latino: reflectere , volgere indietro la mente con attenzione su qualcosa è espressione di maturità e consapevolezza nell'esercizio del pensiero. Fin dall’antichità, l’uomo cerca le risposte per comprendere il significato e il senso della vita e della morte, tema ricorrente in filosofia, letteratura, poesia e arti. Per Platone là dove c'è un pensiero c'è anche un'idea, cioè un'entità viva e reale. Cartesio, cercò di costruire un sistema di pensiero autonomo, indipendente da criteri teologici e trascendenti. Fu in un tale mutamento di prospettiva che si inserì la riflessione del Cogito ergo sum. La visione del Medioevo di Dante è sorretta da un'incrollabile fede nel possesso della verità, dalla convinzione che il senso ultimo dell'universo è stato definitivamente spiegato dalla rivelazione divina e dalla filosofia. Il pensiero della conoscenza nell'età moderna, è rappresenta dalla visione del mondo di Locke attraverso le idee. Esse derivano dall'esperienza per scoprire i limiti reali del nostro conoscere. In questo periodo storico, un limite delle conoscenze dell’uomo è rappresentato dal Covid-19, un virus che ha limitato la nostra libertà. Nello Zibaldone, invece, l'uomo è alla ricerca insaziabile della felicità, cioè di piacere, che si manifesta in ogni attività. Ogni uomo mira al piacere; la felicità è anche follia. Lo spot pubblicitario “Think different”, dedicato ai folli che vedono le cose in modo diverso perché solo chi è folle da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero. La filosofia contemporanea spingere l’uomo alla riflessione sulle sfide dell’attuale società tra queste, la legalità. In ogni epoca mettiamo in discussione la validità del sistema sociale esistente e si valuta la necessità di un cambiamento politico. Le utopie servono a riflettere sulla riorganizzazione della società e comprendere meglio il sistema politico e sociale ideale. In un articolo dicronaca, Mattarella ha ricordato, Falcone e Borsellino, per far comprendere ai giovani il senso del loro sacrificio. Nei giovani deve prevalere il pensierocritico, sui mali della società contemporanea. Una figura mitologica è quella di Prometeo, amico dell’umanità e del progresso, simboleggia la lotta del progresso, della libertà e della ragione. Al contrario, Petrarca contrappone il sentimento alla ragione. Il film "L'attimo fuggente", rivolto ai giovani, affronta le profonde riflessioni interiori, dell'io, la capacità di guardare il mondo da altre angolazioni e realizzare i propri sogni. Un uomo che ha realizzato il suo sogno è il musicista Ezio Bosso. La musica, dice, è presente nel canto degli uccelli, nel vento, nel mare, nel silenzio e nelle piccole pause e, come Chagall ignora i limiti dello spazio e del tempo. Una serie Tv fa riflettere sul valore della famiglia, fondamentale per costruire la rete di relazioni interpersonali, in una cultura che indebolisce i legami affettivi.

domenica 31 maggio 2020

sabato 30 maggio 2020

Serie TV - Step #22


PRIMA PUNTATA

Annie era una ragazza giovane viveva sola e lavorava come cameriera in un ristorante poco distante da casa, sua madre aveva rinunciato a lei alla sua nascita affidandola ad un orfanotrofio, pertanto non l'aveva mai conosciuta così come su padre. Tutti i giorni tornando a casa non poteva fare a meno di notare una signora anziana con evidenti problemi di salute che indossava dei grandi occhiali scuri e stringeva tra le mani un vecchio bastone, il suo viso sembrava segnato dal tempo e dalle sofferenze.
Sofia, il suo nome, era anche ipovedente e sedeva ogni giorno alla stessa ora sulla solita panchina del parco vicino a casa di Annie. Lei aveva saputo da una vicina di casa che la signora anziana aspettava e sperava nel ritorno di sua figlia, tossicodipendente, andata via di casa molti anni prima quando aveva soli di 17 anni, fuggendo così via dalla sua famiglia e da sua madre alla ricerca della libertà e della spensieratezza sbarazzandosi così della donna che le aveva donato la vita. Sofia, fu colpita prima della partenza di sua figlia da una lieve forma di alzheimer  e come se non bastasse perse l'uso della vista. Sua figlia sentì tutto il peso, la responsabilità  e il sacrificio che avrebbe comportato restarle accanto e decise di non essere disposta  ad accettare quella vita fatta di rinunce e costrizioni e fuggì lontano facendo perdere le sue tracce.


SECONDA PUNTATA

Il tempo passava e la signora anziana era sola più che mai, non aveva altri parenti, l'unica sua speranza  è che la tanto amata figlia tornasse da lei per accudirla e prendersi  cura di lei, con il passare del tempo le condizioni di salute della donna peggiorarono sempre più. Tutti i giorni alla solita ora Annie passava di lì prima di tornare a casa, si fermava in silenzio ad osservarla, chiedendosi come potesse una figlia abbandonare una madre sola, malata e indifesa. Annie, nonostante la sua  giovane età aveva vissuto delle esperienze forti che avevano segnato la sua esistenza, la vita era stata dura con lei.  Alla sua nascita la madre pensò di liberarsi di lei, l'orfanotrofio nel quale crebbe lasciò in lei un senso vuoto affettivo, ogni giorno sperava e pregava affinché sua madre si facesse viva e tornasse da lei per riprenderla e portarla a casa, non ne poteva più di quel posto infernale. La sua infanzia non le ha regalato momenti di felicità, non ricorda il calore di una coccola, di una carezza o di un tenero abbraccio, le mancava chi le rimboccasse le coperte e le raccontasse una favola prima di andare a letto. Per anni ha immaginato il volto di sua madre, il colore dei suoi capelli, il tono della sua voce e come sarebbe stata la sua vita con lei. Vedere Sofia seduta su quella panchina tutti i giorni mentre attendeva con ansia il ritorno della figlia suscitava in lei una profonda sofferenza e nostalgia e al tempo stesso invidia per qualcosa che non aveva mai vissuto, pensò che tra lei e la vecchia signora ci fosse un crudele destino che le accomunava, sua  madre aveva abbandonato lei e Sofia era stata abbandonata a sua volta da sua figlia.


TERZA PUNTATA

Un giorno si fece coraggio si avvicinò alla donna e con voce tremante le disse di essere sua figlia Cathrine, si vergognava tanto ma il desiderio di provare la sensazione di un abbraccio materno prevalse, l'abbraccio caloroso che solo una mamma sa trasmette non tardò ad arrivare. La vecchia signora, in lacrime strinse a sé la ragazza che si lasciò stringere in un lungo abbraccio, il suo cuore non aveva mai provato nulla del genere. Sofia chiese ad Annie di tornare a vivere con lei almeno per un po', Annie accettò volentieri finalmente qualcuno l'avrebbe amata. Ogni giorno la signora piangeva e stringeva forte a sé quella che credeva essere sua figlia, non le chiedeva niente, nessuna domanda, la ragazza più volte avrebbe voluto dirle la verità ma  non voleva rinunciare ai suoi calorosi abbracci  perché temeva di perdere quell'amore materno che tanto aveva desiderato e sognato. Una notte Sofia entrò nella sua stanza per darle la buonanotte, le chiese se le faceva piacere ascoltare la sua favola preferita quella che leggeva la sera, prima  di addormentarsi, Annie era ansiosa di ascoltare poiché era quella che leggeva sempre in orfanotrofio, Annie anticipò il finale prima di Sofia. A quel punto la signora le rivelò che quella storia non gliel'aveva mai raccontata, per un momento il cuore di Annie si fermò poi riprese coraggio e scoppiò in lacrime confessando tutta la verità. Pensò che l'avrebbe detestata e cacciata di casa per le tante bugie  dette ma la abbraccio e tra le lacrime che rigavano il viso le confessò che da molto tempo aveva capito che non si trattava di Cathrine, però era rimasta al suo fianco con  devozione e dedizione per tutto quel tempo dedicandole tutte quelle attenzioni di cui aveva bisogno e per questo le era davvero grata. Ed è così che la menzogna ha donato a Sofia una figlia e ad Annie una madre, la giovane donna era diventata i suoi occhi in cambio del suo cuore materno.
La trama di questa serie Tv racconta le vite di due donne Sofia e Annie entrambe vivono un situazione di abbandono, le loro strade si intrecciano fino a colmare quel vuoto affettivo. La serie Tv induce lo spettatore a riflettere sulla crisi dei valori umani nella società contemporanea dominata dall'aridità sentimentale e dove emerge l'individualismo. Sofia è una madre malata e incapace di pensare a se stessa,  la figlia decide di abbandonarla scegliendo di vivere la propria vita in piena libertà incurante delle difficoltà di colei che le ha donato la vita. Annie, invece, è una figlia abbandonata a sua volta dalla madre sin dalla più tenera età e che ha sempre sognato quell'amore materno mai provato e la cui mancanza ha segnato nel cuore della giovane donna delle profonde ferite e lacerazioni che cerca di ricucire attraverso una menzogna e spera di trovare in Sofia una madre disposta ad amare. Qui emerge, l'importanza del ruolo fondamentale della famiglia come risorsa individuale di base.
La famiglia è, per l'individuo, il luogo delle forme primarie delle relazioni umane è importante dunque stabilire una relazione stabile tra genitore e figlio,  questo legame aiuterà a costruire quella rete di relazioni sociali che il soggetto tesse nell'arco della sua vita.Il primo a beneficiare di questa realtà familiare è il figlio, il quale nasce in un'oasi di pace e vede esemplificati i primi rapporti sociali nell'amore e nella collaborazione: preludio per lui alla buona disposizione verso i rapporti sociali.  L'attuale società, dominata da una cultura postmoderna segnata dal relativismo, per le sue caratteristiche di funzionalità e complessità dei rapporti e di esaltazione dell’individuo, nasconde una crisi profonda che rende fragili i rapporti umani e le relazioni interpersonali a ogni livello. È una cultura che indebolisce i legami affettivi.

L'etica - Step #21


RIFLETTERE - significa osservare per poi valutare, non si può valutare senza riflettere e l’osservazione è uno dei metodi della valutazione che insegnano a riflettere. Osservare significa mettere in luce alcune caratteristiche relative ad una cosa, persona, situazione ponendole in relazione con altre cose, persone, situazioni, all'interno di un contesto, inserite in un ambiente, in altre parole “situate” in una dimensione spazio-temporale ben definita.
Osservare significa anche registrare nel modo più oggettivo possibile le informazioni. L'osservazione è un elemento basilare ed ineliminabile nel processo della ricerca scientifica. Per lungo tempo si è pensato che fosse sufficiente raccogliere ordinatamente ed accuratamente una serie di informazioni ritenute significative per poter garantire scientificità ed oggettività alle rilevazioni effettuate (corrente empirista, che trovò la sua massima espressione nell'Ottocento con il Positivismo).
Questa prospettiva, ormai superata, non tiene conto del fatto che ciascuno, per quanto si sforzi di registrare nel modo più preciso e sistematico il “frutto” di un'osservazione, faccia confluire elementi di soggettività, legati al proprio modo di “leggere” la realtà, ai propri parametri culturali di riferimento, alle proprie credenze, valori, …
E se, come abbiamo detto, osservare significa comprendere, appare chiaro come, in assenza di specifiche competenze ed abilità nell'osservare, sia difficile una comprensione scientificamente fondata di situazioni complesse come, ad esempio, quella morale ed educativa.Un buon osservatore, avendo ben chiaro l'obiettivo della propria attività conoscitiva ed il proprio quadro di riferimento, accosta la realtà da osservare con larghezza di vedute, ricettività per i dati e capacità di astenersi dal pregiudizio, evitando che i propri riferimenti valoriali, le proprie idee preconcette diventino l'unico metro di analisi dell'intera realtà.
Un bravo osservatore non dà nulla per scontato e considera anche quanto potrebbe a prima vista apparire come ovvio ed irrilevante, cercando con abilità di cogliere non solo le dimensioni globali ma anche i dettagli che caratterizzano le diverse situazioni.
Un abile osservatore non riguarda solo fatti ed eventi visibili ma anche la loro assenza, quindi non si ferma all'apparenza delle cose ma “guarda oltre”.
Un osservatore attento non si accontenta di un'osservazione dei fenomeni nella loro individualità e peculiarità ma cerca di cogliere l'aspetto globale e dinamico delle situazioni, evidenziando antecedenti, conseguenti, correlazioni.
Un osservatore competente non si limita a rilevare i dati ma cerca di dare una lettura di ciò che vede: questa operazione, che in apparenza potrebbe sembrare soggettiva e priva di fondamento scientifico, è invece parte essenziale e conclusiva del processo di osservazione, se condotto in maniera metodologicamente corretta.

L'OSSERVAZIONE: Uno strumento operativo per “conoscere” e per costruire relazioni in contesti educativi e formativi
di Paola Rogora.

giovedì 28 maggio 2020

Nello Zibaldone di Leopardi - Step #20

LO ZIBALDONE

Lo Zibaldone è un diario intellettuale nel quale Leopardi riversa un’impressionate varietà di considerazioni e pensieri relativi a questioni filologico-erudite, linguistiche, letterarie, filosofiche; vi si trovano però anche abbozzi poetici, pagine saggistiche, note psicologiche e autobiografiche.  Rappresenta un'opera che raccoglie i materiali di un monumentale manoscritto di 4526 pagine, dotato di numerosi indici ed in cui ogni singola riflessione è numerata progressivamente. Leopardi mette in comunicazione  riflessioni anche molto lontane, riprendendo, per completarli o correggerli, ragionamenti avviati in precedenza.
Uno dei temi fondanti a contenuto strettamente filosofico che caratterizza la produzione leopardiana vi è la riflessione sul piacere, la chiave della sua psicologia, della sua morale e della sua estetica. L'uomo leopardiano, infatti, è definito nella sua sete insaziabile di felicità, cioè di piacere, che si manifesta in ogni attività, compresa l'espressione poetica. Ogni uomo, nel suo agire, mira al piacere, ossia alla felicità; questa tendenza al piacere non conosce limiti perché connaturata all’esistenza; al contrario, i mezzi attraverso i quali l’uomo cerca di soddisfarla sono limitati, temporanei ed effimeri. Ne consegue la distanza incolmabile tra desiderio del piacere ed effettiva possibilità di soddisfarlo.

mercoledì 27 maggio 2020

Nell'utopia - Step #19

La parola utopia è composta da parole di origine greca e significa letteralmente “nessun-luogo”, un luogo che non esiste. Da molto tempo l’uomo riflette sulla possibilità di realizzare un mondo più vivibile, sogna un mondo ideale un mondo in cui gestire una società perfetta. Di conseguenza nasce l’uso della parola utopia. È una teorizzazione su come si potrebbe organizzare in modo ideale una società, uno stato, una comunità o parte di essa. Si cerca il modello del miglior sistema possibile. L’idea, tuttavia, prende forma solo in termini teorici, senza tenere conto del grado di difficoltà che può comportare il tradurre in pratica l’idea stessa o lo schema. Ebbene, l’idea di perfezione applicata alla società è ambigua e soggetta ad innumerevoli interpretazioni. Il dato di fatto è che, nel corso della storia, l’uomo è cambiato in maniera quasi costante cambiando anche il suo ideale di società perfetta. In ogni epoca mettiamo in discussione la validità del sistema sociale esistente e si valuta la necessità di un cambiamento politico. Le utopie servono proprio a riflettere sui diversi metodi di organizzare la società e comprendere meglio il sistema politico e sociale ideale, in cui vengano riconosciuti i diritti di ognuno e venga rispettata la libertà, la libera espressione personale e l'inclusione, in un mondo che esclude e sopprime i più fragili. Attraverso l'utopia fissiamo l'obiettivo, ossia il raggiungimento di uno stato perfetto e ideale che ci aiuta a sperare e a garantire un progresso continuo e ci impedisce di restare bloccati nella falsa illusione che viviamo nel miglior sistema possibile.

martedì 26 maggio 2020

Filosofia contemporanea - Step #18


Il mondo attuale è percorso da problemi e vere e proprie sfide che sono, per molti versi, senza precedenti nella storia umana: la globalizzazione, la crisi ambientale, il confronto e lo scontro tra culture diverse. La filosofia aiuta a riflettere in un simile contesto. È possibile impostare l’insegnamento della filosofia confrontandosi con i temi attuali, ma senza rinunciare all’approfondimento storico e concettuale.

Il sapere filosofico, d’altronde, è nato e si è sviluppato proprio attraverso il confronto con la realtà sociale, politica ed economica circostante. Non è mai stato un sapere astruso e slegato dal mondo. Per questo è necessario mettere in rapporto la riflessione filosofica con le discussioni sulla morale, la politica, l’economia. Come si è già detto, la globalizzazione è caratterizzata anche dalla crescente mobilità degli individui su scala mondiale. Per via di questo processo le società occidentali – ma non solo esse – sono sempre più società multiculturali, ossia sono formate da individui e da gruppi dalle tradizioni culturali assai diversificate, talora di lingua e religione diverse rispetto alla maggioranza degli autoctoni (cioè delle persone del luogo).Questa situazione ha dato avvio, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta del secolo scorso, al dibattito sul multiculturalismo, sorto dapprima in ambito anglo-americano e poi allargatosi anche all’area europea: con questo termine ci si riferisce sia alla condizione di multiculturalità tipica delle società odierne, intesa come problematica e bisognosa di comprensione e di intervento politico, sia all’insieme delle interpretazioni di questo fenomeno sociale sorte all’interno del dibattito che prende il medesimo nome.

La vita in una società aperta e parzialmente astratta richiede continuamente di rinunziare ad alcuni almeno dei nostri bisogni sociali emozionali, di badare a noi stessi e accettare le responsabilità. Popper afferma: "Noi dobbiamo, io credo, sopportare questo effetto stressante come il prezzo da pagare per ogni accrescimento di conoscenza, di ragionevolezza, di cooperazione e di reciproco aiuto e, quindi, delle nostre possibilità di sopravvivenza e dell’entità della popolazione. È il prezzo da pagare per essere umani".

“ K.R. Popper, La Società aperta e i suoi nemici.

lunedì 18 maggio 2020

Abbecedario - Step #17


Assennatezza: Pieno di senno, giudizioso, savio: un ragazzo assennato; una proposta, una risoluzione, una riflessione assennata.

Brillante: che riflette o emana una luce particolarmente vivida e cangiante.

Consideratezza: Abitudine alla riflessione o alla ponderatezza nell'agire e nell'operare.

Dottrina: Complesso di cognizioni o di principi organicamente elaborati e disposti, considerato come oggetto di studio o come norma sul piano teorico o pratico: d. sociali, economiche, politiche; la d. marxista-leninista; i giovani vengono spesso fuorviati da false dottrina.

Elucubrazione: Meditazione o elaborazione condotta con meticolosità.

Filosofia: Attività spirituale autonoma che interpreta e definisce i modi del pensare, del conoscere e dell'agire umano nell'ambito assoluto ed esclusivo del divenire storico.

Giudizio: La capacità individuale di valutare o definire.Giudizio riflettente, quello che si limita a riflettere su una natura già costituita, riconducendola alle nostre esigenze di ordine e di armonia.

Hegeliano: Pertinente o riconducibile alla filosofia idealistica del pensatore tedesco G.W.F. Hegel (1770-1831).Destra e Sinistra h. : distinzione dei seguaci di Hegel, in base alla loro divergente interpretazione e valutazione (con indirizzo, rispettivamente, conservatore e progressista) degli aspetti spec. politici e religiosi del pensiero del maestro.

Intelletto: La facoltà di istituire rapporti ideali di ordine specialmente razionale.

Junghiano: Pertinente allo psichiatra e psicoanalista svizzero C.G. Jung (1875-1961), fondatore della psicologia analitica.Carl Jung, con le sue citazioni aiuta a riflettere e ad ampliare la visione di se stessi e della vita.

Kantismo: L'obiettivo principale del pensiero di Immanuel Kant è quello di riflettere sulle condizioni entro le quali una conoscenza possa essere ritenuta valida sia nel campo delle nuove scienze della natura sia in quelle tradizionali della metafisica, dell'etica, della religione e dell'estetica.

Luce: riflessione, assorbimento e trasmissione sono i fenomeni che avvengono quando la luce interagisce con la materia.

Meditazione: Fermare a lungo il pensiero su qualcosa, riflettere (+ su o intorno a ).
"meditazione intorno al significato della vita".

Neoplatonismo: fase conclusiva del pensiero greco classico fondata sulla contaminazione di recuperi platonici e pitagorici con i risultati delle ultime esperienze, soprattutto religiose, dell'ellenismo.

Osservazione: Osservare, riflettere, valutare: non si può valutare senza riflettere e l’osservazione è uno dei metodi della valutazione che insegnano a riflettere.

Ponderazione: Considerazione o riflessione attenta e prolungata.

Qualifica: Definire con un giudizio che ne indichi le caratteristiche (anche + con ): c'è chi lo qualifica un genio; q. un fatto come reato; q. una persona con un titolo offensivo; in frasi di valore negativo per esprimere un giudizio di grave riprovazione.

Raccoglimento: Atteggiamento di meditazione contrassegnato da religioso fervore o da composta serietà.

Saggezza: L'equilibrio nel comportamento e nel consiglio, che è frutto di una matura riflessione, consapevolezza ed esperienza delle cose del mondo.

Teoria: Formulazione sistematica di principi generali relativi a una scienza, arte o branca del sapere, e anche delle deduzioni che da tali principi si possono ricavare, nel loro insieme in grado di interpretare (per le scienze sperimentali) i fatti sperimentali noti e di prevederne di nuovi.

Umanitarismo: L'insieme delle idealità e degli intenti di chi dirige il proprio pensiero e la propria azione all'elevazione materiale e morale degli uomini.

Valutazione: la valutazione è una riflessione sulla definizione del valore di un bene calcolato in moneta.

Work: il lavoro presuppone l'applicazione di una energia (umana, animale o meccanica) al conseguimento di un fine determinato: il l. dell'uomo; il l. di una macchina; un l. di pazienza, di concetto.

Xenofobia: la mancata riflessione e avversione indiscriminata nei confronti degli stranieri e di tutto ciò che proviene dall'estero provoca atteggiamenti e azioni di insofferenza e ostilità verso le usanze, la cultura e gli abitanti stessi di altri paesi.

Yoga: Complesso di tecniche ascetiche, comuni sia a varie forme di induismo, sia al buddismo, con le quali si cerca di attuare l'emancipazione dell'individuo dagli stimoli fisici e psichici, per portarlo a un'assoluta integrità spirituale.

Zen: Setta buddista contemplativa giapponese, introdotta dalla Cina nel 1192, che propugna la ricerca della verità attraverso l'astrazione meditativa personale, al di fuori di ogni ritualismo o codificazione; ha avuto larga influenza anche nell'ambito dell'arte.

sabato 16 maggio 2020

Protagonista - Step #16


Riflessione sul messaggio di Ezio Bosso

Ezio Bosso è nato il 13 settembre a Torino ed è  morto il 15 maggio 2020 nella sua casa di Bologna all'età di 48 anni, a causa dell'aggravarsi della malattia neurodegenerativa da cui era affetto, per cui era anche costretto in sedia a rotelle, e del ritorno del cancro. La malattia di Bosso, lentamente, gli avrebbe impedito di fare ciò che più ama: cioè fare musica. Suonare il pianoforte era diventato sempre più difficile per lui.
Egli è uno dei più grandi compositori italiani  che deve farci riflettere oltre che per le sue doti artistiche elevatissime ma anche per la dolente umanità che lo ha avvicinato ai cuori di tutti. La grandezza del suo spirito e l'elevatezza del suo animo fanno di lui un testimonial della passione per la vita che nonostante le sofferenze ha dimostrato un attaccamento alla vita e alla musica degne di riflessione. Per lui la musica sta nel silenzio, la riscopre in  quelle piccolissime pause che creano quella tensione, l’attesa, la musica è presente nel canto degli uccelli, nel vento, nel silenzio, nel mare.
Il successo raggiunto a livello nazionale così come all'estero è stato il più che meritato riconoscimento di tanti sacrifici, di tanto studio, di tanta passione. La terribile malattia, che lo ha colpito appena quarantenne e che lo ha inesorabilmente consumato nel fisico, non gli ha mai tolto la voglia di emozionare, di raccontare e di raccontarsi attraverso la musica. Fino a quando ne ha avuto le forze, fino all'ultimo giorno, Ezio Bosso non ha mai smesso di suonare, di comporre musica o di dirigere alcune delle più importanti orchestre italiane e internazionali, quando suonava o teneva in mano la bacchetta, la malattia si faceva da parte e lasciava il posto al genio, al talento, al sorriso. Un sorriso di gioia e di amore. Esemplare la sua capacità di rialzarsi nonché la sua determinazione, quella di un artista in grado di reinventarsi e ricominciare. Ha lasciato a tutti noi un patrimonio in cui la musica non è un rifugio dal dolore, ma una casa per l'anima, che trasforma il dolore, lo plasma, e ne fa un messaggio universale di creatività, di entusiasmo e di coraggio.

giovedì 14 maggio 2020

Limite dello sviluppo - Step #15

Il pensiero critico è un tipo di pensiero che si propone di raggiungere un giudizio attraverso processi mentali di discernimento, analisi, valutazione, inferenza, non disgiunti da spiegazioni delle considerazioni sulle quali si fonda quel giudizio. Comprende processi di riflessione su aree tangibili e intangibili con l'intento di formarsi un giudizio solido che riconcili l'evidenza empirica con il senso comune.
La mente umana, sebbene abbia la capacità potenziale di pensare razionalmente, è per sua natura incline ad assumere atteggiamenti egocentrici e sociocentrici come riporta la psicologa Linda Elder.
Egocentrismo: è la tendenza umana innata a vedere il mondo solo in relazione a se stessi.
Sociocentrismo (o etnocentrismo): è la tendenza umana innata a vedere il mondo dalla prospettiva ristretta e fuorviante del gruppo cui si appartiene, e agire conseguentemente nel mondo attraverso credenze (per lo più inconsce e parziali) del gruppo: influenze etiche, regole, interessi.
L'origine del pensiero critico può essere individuata nel metodo socratico descritto da Platone. Questo metodo, che si avvale del dialogo tra maestro e allievo, consiste nell'aiutare l'allievo a individuare il proprio punto di vista, a riconoscerne la fallibilità e ad argomentare correttamente.
In tal modo il maestro aiuta l'allievo a riconoscere  che la propria verità è solo un'opinione che va sottoposta a verifica.

domenica 10 maggio 2020

Fatto di cronaca - Step #14


IL CORRIERE DELLA SERA
Strage Capaci, Mattarella: «La mafia ignorò la forza dell’esempio di Falcone e Borsellino»

Il presidente della Repubblica per il 28esimo anniversario della Strage di Capaci: «I valori di Falcone e Borsellino radicati nelle persone oneste». Lamorgese: «Le mafie sfruttano anche la pandemia. Guardia alta contro le infiltrazioni nella Fase 2»
di Carlotta De Leo















Strage Capaci, Mattarella: «La mafia ignorò la forza dell'esempio di Falcone e Borsellino»Giovanni Falcone, da sinistra, e Paolo Borsellino.



Il 23 maggio del 1992 con oltre 400 chili di tritolo la mafia fece esplodere la Fiat Croma del giudice Giovanni Falcone. Nel tratto dell’autostrada A29, da Punta Raisi a Palermo, persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. A 28 anni dalla Strage di Capaci, l’esempio di Falcone e Paolo Borsellino (ucciso il 19 luglio dello stesso anno) è sempre più vivo anche senza cortei e manifestazioni a causa della pandemia. «I mafiosi - ha detto in un videomessaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste».

I giovani: "Riflessione"
Il messaggio del Presidente è indirizzato ai giovani delle scuole coinvolti nel progetto «La nave della legalità». Le figure di Falcone e Borsellino «hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità. I giovani - spiega Mattarella - sono stati tra i primi a comprendere il senso del sacrificio di Falcone e di Borsellino, e ne sono divenuti i depositari, in qualche modo anche gli eredi. Dal 1992, anno dopo anno, nuove generazioni di giovani si avvicinano a queste figure esemplari e si appassionano alla loro opera e alla dedizione alla giustizia che hanno manifestato. Cari ragazzi, il significato della vostra partecipazione, in questa giornata, è il passaggio a voi del loro testimone. Siate fieri del loro esempio e ricordatelo sempre».

venerdì 8 maggio 2020

Disciplina dell'ingegneria - Step #13


Filosofia dell'ingegneria. L'ingegneria occupa una posizione singolare nel quadro delle pratiche umane: da una parte, ha un legame privilegiato con la scienza, e per certi versi è una scienza essa stessa; dall'altra, ha per obiettivo la produzione di opere, proprio come l'arte. Cruciale risulta soprattutto la nozione di funzionamento: l’ingegneria è l’arte di far funzionare le cose ma è anche la scienza capace di spiegare perché funzionano. Compito della filosofia dell’ingegneria è dunque un’indagine sistematica che verte sia sulle conoscenze teoriche di cui gli ingegneri si avvalgono, sia sulla natura delle opere che progettano e realizzano.

venerdì 1 maggio 2020

"Riflessione" nel pensiero medievale e del mondo moderno - Step #12


Pensiero medievale con Dante:


La più alta sintesi del pensiero medievale si trova forse nelle opere di Dante (1265-1321). In realtà, all’epoca in cui Dante scrisse la Divina Commedia, il Medioevo stava cominciando a dissolversi.
Abbiamo qui la rappresentazione di un mondo che aveva superato la propria giovinezza, guardava indietro al gran risveglio aristotelico dell’Aquinate ed era sconvolto dalle lotte di fazione tra Guelfi e Ghibellini nelle città-stato italiane.

La Divina Commedia è un viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, ma nel corso di esso ci viene offerto un compendio del pensiero medievale, sotto forma di digressioni e di allusioni.
La visione del Medioevo di Dante è sorretta da un'incrollabile fede nel possesso della verità, dalla convinzione che il senso ultimo dell'universo è stato definitivamente spiegato dalla rivelazione divina e dalla filosofia.
Dante ritiene che nella conoscenza risieda la perfezione della natura umana; ma la conoscenza per lui non è avventura di ricerca personale, esplorazione dell'ignoto, capace di sfidare ogni limite: è adeguazione ad un patrimonio di nozioni già dato una volta per tutte. Per questo Dante condanna il viaggio di Ulisse, che, animato da un eccessivo orgoglio nelle forze dell'ingegno umano, si è spinto al di là dei limiti segnati da Dio alla conoscenza dell'uomo. Gli uomini devono accontentarsi di ciò che è stato loro rivelato, senza spingersi oltre, perché, se avessero potuto conoscere tutto, non sarebbe stata necessaria, per la loro salvezza, l'incarnazione di Cristo.
Riferimenti:

  Pensiero nell'età moderna con Locke:


Invece, il pensiero della conoscenza nell'età moderna, è rappresenta dalla visione del mondo di locke attraverso le idee.
Nel secondo libro del Saggio Locke classifica i vari tipi di idee derivate dall'esperienza per scoprire i limiti reali del nostro conoscere. In base all'esperienza possiamo distinguere:
Idee di sensazione quelle cioè che provengono dall'esperienza esterna, dalle sensazioni come, ad esempio, i colori e le Idee di riflessione che riguardano l'esperienza interna o riflessione sugli atti interni della nostra mente come le idee di dubitare, volere ecc.

Una seconda distinzione riguarda
le idee semplici e quelle complesse, le prime quelle che non possono essere scomposte in altre idee e che quindi sono di per sé chiare e distinte, derivati in forma immediata dalla sensazione o dalla riflessione. Tra le idee complesse, invece, ci sono quelle di relazione che nascono dalla comparazione delle idee tra di esse (idee di causa-effetto, di identità, di etica, ecc.).

Riferimenti:

sabato 25 aprile 2020

Pandemia Covid-19 - Step #11

L'epidemia di coronavirus che ha coinvolto il mondo intero sta cambiando rapidamente la nostra vita, le nostre abitudini, le relazioni sociali e le attività economiche nonché le condizioni sanitarie. Le conseguenze dell'epidemia devono farci riflettere che nulla sarà come prima e che quando usciremo dal lockdown, dovremo rivedere il senso della vita, i valori, l'importanza delle relazioni sociali e le abitudini quotidiane che non saranno più quelle appartenute al passato. Uno "tsunami" che ha travolto le nostre vite che ci ha obbligati a rimanere a casa per mesi, per contenere la diffusione del virus e che dunque ci ha imposto a riflettere e a rivedere tutto sotto una nuova chiave. 
Dal lavoro agli svaghi, dai viaggi alla più semplice uscita per andare a fare la spesa, alle passeggiate nei parchi per allenarsi, tutto cambierà e niente sarà come prima. Questa situazione influirà in maniera negativa poiché ci renderà delle persone insicure, sì alla ricerca di relazioni sociali, ma diffidenti delle persone che incontriamo nella nostra vita. Avremo imparato a conoscere meglio le nostre forze e le nostre fragilità,i nostri limiti ma sicuramente avremo appreso nuove competenze proprio stando a casa, e riscoperto l'importanza del tempo che al momento sembra scorrere molto lentamente.

domenica 19 aprile 2020

Sequenza cinematografica - Step #10




Il 2 giugno 1989 usciva nei cinema americani "L'attimo fuggente".
Questo film porta al centro temi profondi, riflessioni intime sul tempo che passa, sulla scoperta di sé, sulla capacità di guardare il mondo, le situazioni, se stessi da altre angolazioni. La storia del professor Keating e dei suoi ragazzi è un cult per molti, per chi è giovane e per chi lo è stato; l’uomo insegna ai suoi allievi ad avere un pensiero speciale, il proprio, un pensiero di rottura che si scontra con quello degli altri, della società ancora conservativa degli anni ’60.

Keating è il professore che tutti vorrebbero avere, la poesia grazie ai suoi metodi anticonformisti, arriva al cuore dei ragazzi, si fa amare da loro e fa amare loro la poesia. Keats, Whitman, Shakespeare diventano nuovi amici, scontrandosi con la disciplina e gli insegnamenti rigorosi del college. Todd, Neil, Charlie, Knox, Meeks e gli altri riscoprono un nuovo entusiasmo per la poesia, l’arte e la letteratura e, grazie alle parole, ai versi, e al nuovo mentore si sentiranno protetti ma anche liberi di affrontare la loro guerra per crescere e (ri)trovarsi.
Riferimenti:

lunedì 13 aprile 2020

Arti figurative - Step #09

Marc Chagall: 
"Mi tuffo nelle mie riflessioni e volo al di sopra del mondo"


Marc Chagall era un uomo come quello che si vede nel suo disegno del 1917: uno che porta la sua casa sulle spalle, con tutto il suo peso, ma anche con tutta la ricchezza che quella casa può significare: tradizioni, esperienze, sogni, segreti, gioie e paure. Uno che porta se stesso al mondo.
Chagall scappa dalla Russia, lascia i suoi conterranei “alle loro aringhe” e continua a dipingere ciò che gli è sempre piaciuto: la realtà dei sogni. I sogni sono al centro di tutta l’opera di Chagall, che sembra volare sul mondo, ignorando i limiti dello spazio e del tempo, i limiti imposti dal regime e ogni altra cosa che guasti la poesia che in ogni gesto, in ogni pensiero, in ogni riflessione egli riesce a cogliere.
Tutta l’opera di Chagall è un’esplosione lirica, in cui la realtà viene messa a soqquadro, ma rimane -a differenza che per i surrealisti- il punto di inizio e di fine, nella tecnica quanto nella poetica.
Chagall fonda una sua nuova mitologia, che si fa realtà, che esiste per davvero e non è solo fiaba. E’ una realtà profonda, e mai espressione è più azzeccata per definire ciò che fa Chagall: egli si tuffa dentro se stesso, dentro le sue viscere e, concentrandosi sul punto più interno del suo corpo e della sua psiche, avvolgendosi intorno ad esso, riesce a perdere il suo stesso peso, a volare, a librarsi leggero nell’aria.
In questa tela la leggerezza diventa palpabile, la libertà diventa visibile nei sorrisi. Sembra che al mondo esistano solo Chagall e la moglie, follemente innamorati, immersi in una prospettiva che non esiste se non per loro. E questo amore leggiadro, composto, spensierato fa volteggiare nell’aria Bella (la moglie), mano nella mano con il suo complementare (anche cromatico).
Guardare un quadro di Chagall è come guardare la realtà attraverso un caleidoscopio, che la frantuma in mille colori e ci dà una nuova prospettiva, ferma il tempo e inonda ogni cosa di una trascendenza, che in realtà è già intessuta nella realtà. E questa trascendenza altro non è che la nostra vita interiore, che si eleva “al di sopra del mondo” in ogni attimo della nostra quotidianità, in ogni nostro pensiero che semplicemente eluda il presente: in ogni riflessione, insomma.

Riferimenti:

lunedì 6 aprile 2020

Opera poetica - Step #07


Francesco Petrarca: Solo et pensoso i più deserti campi

dal Canzioniere, XXXV




Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l'arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:

sì ch'io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co'llui.

sabato 4 aprile 2020

Testo di letteratura narrativa - Step #06

Libro: La riflessione dell'io


La poesia nasce nell'autore come una folgorazione: essa vive in ogni cosa circostante. Mentre gli aforismi sono, per lui, concetti filosofici che spingono l'essere al ragionamento, alla riflessione, sui temi più importanti della vita.

La riflessione implica un agente che conosce e un oggetto che esiste e che dev'essere conosciuto. Il rapporto costitutivo
dell'io con se stesso si colloca a un livello più profondo della riflessione (Fichte che parla di intuizione immediata).
L'autenticità non si limita a momenti irriflessivi ma può attuarsi nella riflessione pratica, quando si compie un'azione con la
consapevolezza che nessun altro può farlo al proprio posto: questo è il secondo tipo di autenticità, di carattere riflessivo.Il
rapporto a sé costitutivo dell'io è dunque di natura pratica, perché non passa dal riferimento agli altri.
L'oggetto della riflessione non è limitato a noi stessi, ma possiamo, attraverso la riflessione, "tornare su noi stessi" per ampliare la conoscenza del mondo.

martedì 31 marzo 2020

Messaggio pubblicitario - Step #05



«Think different.» è uno slogan di Apple in uso tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni 2000, coniato dall'agenzia pubblicitaria TBWA\Chiat\Day di Los Angeles.

«Questo spot lo dedichiamo ai folli, agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli, ma l'unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l'umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.»


domenica 29 marzo 2020

"Riflessione" nella mitologia - Step #04

Prometeo (in greco antico: Προμηθεύς, Promethéus, «colui che riflette prima», in latino: Prometheus), è una figura della mitologia greca, figlio di Giapeto e di Climene. A questo eroe, amico del genere umano, sono legati alcuni antichissimi miti che ebbero fortuna e diffusione in Grecia.

Le tradizioni differiscono talvolta sul nome della madre: al posto di Climene, viene citata Asia, figlia di Oceano, anch'ella un'Oceanina. Una leggenda più antica lo rendeva figlio di un Gigante, chiamato Eurimedonte, il quale lo aveva generato violentando Era, il che spiegherebbe l'avversione di Zeus verso Prometeo. Prometeo ha vari fratelli: Epimeteo ("colui che pensa dopo", a differenza del fratello Prometeo "colui che pensa prima"), Atlante, Menezio. Prometeo si sposò a sua volta. Il nome di sua moglie varia egualmente secondo gli autori: il più delle volte è Celeno, o anche Climene. I suoi figli sono Deucalione, Lico e Chimereo, ai quali si aggiungono talvolta Etneo, Elleno e Tebe.
La sua azione, posta ai primordi dell'umanità, si esplicava in antitesi a Zeus, dando origine alla condizione esistenziale umana. Prometeo è un titano amico dell'umanità e del progresso: ruba il fuoco agli dei per dar
lo agli uomini e subisce la punizione di Zeus che lo incatena a una rupe ai confini del mondo e poi lo fa sprofondare nel Tartaro, al centro della Terra. Ha spesso simboleggiato la lotta del progresso e della libertà contro il potere.

Nella storia della cultura occidentale, Prometeo è rimasto simbolo di ribellione e di sfida alle autorità e alle imposizioni, e così anche come metafora del pensiero, archetipo di un sapere sciolto dai vincoli del mito, della falsificazione e dell'ideologia.

mercoledì 25 marzo 2020

lunedì 23 marzo 2020

Storia del termine - Step #02



Riflessione
[ri-fles-sió-ne] s.f.
SIGNIFICATO Rimandare indietro qualcosa; rivolgere la mente con attenzione su qualcosa
ETIMOLOGIA dal latino: reflectere volgere indietro, composto da re- indietro e flectere piegare.


Fin dall’antichità, l’uomo cerca le risposte per comprendere il significato e il senso della vita e della morte, il tema ricorrente in filosofia, letteratura, poesia e arte. La filosofia greca sostiene che il senso della vita consiste nel curare l’anima. La dottrina filosofica moderna e contemporanea e di recente le neuroscienze identificano l’esistenza come progettazione, realizzazione della propria individualità e aspirazione alla perfezione.
Orazio, rivela grande capacità di osservazione e riflessione sulla società e sulla natura umana, la profondità del suo pensiero, la bellezza delle sue considerazioni ci aiutano a capire meglio l’uomo, lasciandoci messaggi e valori che ancora oggi sono importanti. Orazio può essere considerato il primo autore latino che della scrittura fa, seppure non intenzionalmente, un uso propriamente terapeutico: la scrittura come cura dell’anima. il consiglio, cioè, di cogliere l’attimo come un frutto alla sua stagione, nella consapevolezza che la fragilità umana ci chiede di non tormentarci con domande e ansie su un futuro che non ci appartiene.
La famosa la locuzione di Cartesio “cogito ergo sum”, che significa letteralmente «penso dunque sono», è la formula con cui Cartesio esprime la certezza indubitabile che l'uomo ha di se stesso in quanto soggetto pensante. Cartesio vi perviene mosso dalla ricerca di un metodo che dia la possibilità all'uomo di distinguere il vero dal falso, non soltanto per un fine strettamente speculativo, ma anche in vista di un'applicazione pratica nella vita.
Freud e Nietzsche vengono solitamente accostati perché entrambe, seppur in modi diversi, sul finire dell'Ottocento scardinano alcune certezze fondamentali della civiltà occidentale: se Nietzsche aveva "trasvalutato" tutti i valori fondamentali dell'Occidente, ora Freud distrugge la certezza dell'Io, sulla quale si è costruita la nostra civiltà e che, a seconda delle epoche storiche, è stata definita "Io", "Spirito", "Anima", ecc. E non a caso l'intera filosofia moderna, dal Medioevo fino all'Ottocento aveva fatto perno sulla nozione di Io, dal cogito cartesiano all' Io penso kantiano allo spirito hegeliano, e tale nozione era stata scoperta, molti secoli prima, da Socrate, dato che, prima di lui, l'anima restava un qualcosa di sfumato che non si identificava con la persona, tant'è che per gli Orfici essa era la parte divina presente in noi. Ed è proprio con Socrate che l'Io viene ad identificarsi con la coscienza, a tal punto che "Io" arriva a significare "ciò di cui ho coscienza" (pensiamo alla res cogitans di Cartesio) mentre, sempre gli Orfici, in direzione opposta a Socrate, avevano prospettato l'idea che quello che loro definivano "demone" si manifestasse nei momenti di minor coscienza (il sonno, lo svenimento, ecc). L'idea dell'identificazione Io/coscienza, affiorata con Socrate, è diventata uno dei pilastri della civiltà occidentale.
Siamo passati dalla dualità corpo-spirito come una giustapposizione di due sostanze, al metodo analitico come unico metodo di comprensione e spiegazione razionale all’adozione della macchina come modello interpretativo ed esplicativo di portata generale. Il rapporto dell’uomo contemporaneo con la tecnica è uno dei temi centrali della riflessione filosofica contemporanea, per lo più esplicito ma presente anche laddove non se ne parli apertamente. Questo perché la tecnica rappresenta l’aspetto caratterizzante della nostra civiltà, visto il ruolo sempre maggiore che essa ha assunto nel corso dei secoli. La tecnica è alla base del progresso della nostra conoscenza e dell’avanzamento della nostra civiltà, essa ha sicuramente permesso e favorito un incremento qualitativo della vita umana; tuttavia, la questione è diventata controversa soprattutto a partire dal secolo scorso, quando è divenuto sempre più evidente il rischio di un mutamento nel ruolo della tecnica, da strumento nelle mani dell’uomo a meccanismo autonomo che può sfuggire al suo controllo.

venerdì 20 marzo 2020

Definizione ed Etimoltogia - Step #01


Origine



Dal lat. tardo reflexio -onis, der. di reflexus, p. pass. di reflectĕre ‘riflettere’ •nella variante ‘reflessione’, sec. XIV .



Definizione



La "Riflessione" è la considerazione attenta, espressione di maturità e consapevolezza nell'esercizio del pensiero.
In filosofia, l'aspetto funzionale della coscienza in quanto autocoscienza è l'operazione con cui l’intelletto ottiene conoscenza di sé e delle proprie funzioni. Da questo sign. fondamentale, il termine ha assunto via via più complesse accezioni, indicando sia la coscienza in genere, sia l’attività interna al soggetto capace di esaminare e formare le idee complesse (Locke), di scoprire le condizioni che rendono possibili i concetti (Kant), e anche, nell’idealismo tedesco, l’attività che coglie la vera natura dell’oggetto posto dal soggetto, operando insieme limitazioni e separazioni.

Riferimenti:


Etimologia



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