"Mi tuffo nelle mie riflessioni e volo al di sopra del mondo"
Chagall scappa dalla Russia, lascia i suoi conterranei “alle
loro aringhe” e continua a dipingere ciò che gli è sempre piaciuto: la realtà
dei sogni. I sogni sono al centro di tutta l’opera di Chagall, che sembra
volare sul mondo, ignorando i limiti dello spazio e del tempo, i limiti imposti
dal regime e ogni altra cosa che guasti la poesia che in ogni gesto, in ogni
pensiero, in ogni riflessione egli riesce a cogliere.
Tutta l’opera di Chagall è un’esplosione lirica, in cui la
realtà viene messa a soqquadro, ma rimane -a differenza che per i surrealisti-
il punto di inizio e di fine, nella tecnica quanto nella poetica.
Chagall fonda una sua nuova mitologia, che si fa realtà, che
esiste per davvero e non è solo fiaba. E’ una realtà profonda, e mai
espressione è più azzeccata per definire ciò che fa Chagall: egli si tuffa
dentro se stesso, dentro le sue viscere e, concentrandosi sul punto più interno
del suo corpo e della sua psiche, avvolgendosi intorno ad esso, riesce a
perdere il suo stesso peso, a volare, a librarsi leggero nell’aria.
In questa tela la leggerezza diventa palpabile, la libertà
diventa visibile nei sorrisi. Sembra che al mondo esistano solo Chagall e la
moglie, follemente innamorati, immersi in una prospettiva che non esiste se non
per loro. E questo amore leggiadro, composto, spensierato fa volteggiare
nell’aria Bella (la moglie), mano nella mano con il suo complementare (anche
cromatico).
Guardare un quadro di Chagall è come guardare la realtà
attraverso un caleidoscopio, che la frantuma in mille colori e ci dà una nuova
prospettiva, ferma il tempo e inonda ogni cosa di una trascendenza, che in
realtà è già intessuta nella realtà. E questa trascendenza altro non è che la
nostra vita interiore, che si eleva “al di sopra del mondo” in ogni attimo
della nostra quotidianità, in ogni nostro pensiero che semplicemente eluda il
presente: in ogni riflessione, insomma.
Riferimenti: