domenica 31 maggio 2020

sabato 30 maggio 2020

Serie TV - Step #22


PRIMA PUNTATA

Annie era una ragazza giovane viveva sola e lavorava come cameriera in un ristorante poco distante da casa, sua madre aveva rinunciato a lei alla sua nascita affidandola ad un orfanotrofio, pertanto non l'aveva mai conosciuta così come su padre. Tutti i giorni tornando a casa non poteva fare a meno di notare una signora anziana con evidenti problemi di salute che indossava dei grandi occhiali scuri e stringeva tra le mani un vecchio bastone, il suo viso sembrava segnato dal tempo e dalle sofferenze.
Sofia, il suo nome, era anche ipovedente e sedeva ogni giorno alla stessa ora sulla solita panchina del parco vicino a casa di Annie. Lei aveva saputo da una vicina di casa che la signora anziana aspettava e sperava nel ritorno di sua figlia, tossicodipendente, andata via di casa molti anni prima quando aveva soli di 17 anni, fuggendo così via dalla sua famiglia e da sua madre alla ricerca della libertà e della spensieratezza sbarazzandosi così della donna che le aveva donato la vita. Sofia, fu colpita prima della partenza di sua figlia da una lieve forma di alzheimer  e come se non bastasse perse l'uso della vista. Sua figlia sentì tutto il peso, la responsabilità  e il sacrificio che avrebbe comportato restarle accanto e decise di non essere disposta  ad accettare quella vita fatta di rinunce e costrizioni e fuggì lontano facendo perdere le sue tracce.


SECONDA PUNTATA

Il tempo passava e la signora anziana era sola più che mai, non aveva altri parenti, l'unica sua speranza  è che la tanto amata figlia tornasse da lei per accudirla e prendersi  cura di lei, con il passare del tempo le condizioni di salute della donna peggiorarono sempre più. Tutti i giorni alla solita ora Annie passava di lì prima di tornare a casa, si fermava in silenzio ad osservarla, chiedendosi come potesse una figlia abbandonare una madre sola, malata e indifesa. Annie, nonostante la sua  giovane età aveva vissuto delle esperienze forti che avevano segnato la sua esistenza, la vita era stata dura con lei.  Alla sua nascita la madre pensò di liberarsi di lei, l'orfanotrofio nel quale crebbe lasciò in lei un senso vuoto affettivo, ogni giorno sperava e pregava affinché sua madre si facesse viva e tornasse da lei per riprenderla e portarla a casa, non ne poteva più di quel posto infernale. La sua infanzia non le ha regalato momenti di felicità, non ricorda il calore di una coccola, di una carezza o di un tenero abbraccio, le mancava chi le rimboccasse le coperte e le raccontasse una favola prima di andare a letto. Per anni ha immaginato il volto di sua madre, il colore dei suoi capelli, il tono della sua voce e come sarebbe stata la sua vita con lei. Vedere Sofia seduta su quella panchina tutti i giorni mentre attendeva con ansia il ritorno della figlia suscitava in lei una profonda sofferenza e nostalgia e al tempo stesso invidia per qualcosa che non aveva mai vissuto, pensò che tra lei e la vecchia signora ci fosse un crudele destino che le accomunava, sua  madre aveva abbandonato lei e Sofia era stata abbandonata a sua volta da sua figlia.


TERZA PUNTATA

Un giorno si fece coraggio si avvicinò alla donna e con voce tremante le disse di essere sua figlia Cathrine, si vergognava tanto ma il desiderio di provare la sensazione di un abbraccio materno prevalse, l'abbraccio caloroso che solo una mamma sa trasmette non tardò ad arrivare. La vecchia signora, in lacrime strinse a sé la ragazza che si lasciò stringere in un lungo abbraccio, il suo cuore non aveva mai provato nulla del genere. Sofia chiese ad Annie di tornare a vivere con lei almeno per un po', Annie accettò volentieri finalmente qualcuno l'avrebbe amata. Ogni giorno la signora piangeva e stringeva forte a sé quella che credeva essere sua figlia, non le chiedeva niente, nessuna domanda, la ragazza più volte avrebbe voluto dirle la verità ma  non voleva rinunciare ai suoi calorosi abbracci  perché temeva di perdere quell'amore materno che tanto aveva desiderato e sognato. Una notte Sofia entrò nella sua stanza per darle la buonanotte, le chiese se le faceva piacere ascoltare la sua favola preferita quella che leggeva la sera, prima  di addormentarsi, Annie era ansiosa di ascoltare poiché era quella che leggeva sempre in orfanotrofio, Annie anticipò il finale prima di Sofia. A quel punto la signora le rivelò che quella storia non gliel'aveva mai raccontata, per un momento il cuore di Annie si fermò poi riprese coraggio e scoppiò in lacrime confessando tutta la verità. Pensò che l'avrebbe detestata e cacciata di casa per le tante bugie  dette ma la abbraccio e tra le lacrime che rigavano il viso le confessò che da molto tempo aveva capito che non si trattava di Cathrine, però era rimasta al suo fianco con  devozione e dedizione per tutto quel tempo dedicandole tutte quelle attenzioni di cui aveva bisogno e per questo le era davvero grata. Ed è così che la menzogna ha donato a Sofia una figlia e ad Annie una madre, la giovane donna era diventata i suoi occhi in cambio del suo cuore materno.
La trama di questa serie Tv racconta le vite di due donne Sofia e Annie entrambe vivono un situazione di abbandono, le loro strade si intrecciano fino a colmare quel vuoto affettivo. La serie Tv induce lo spettatore a riflettere sulla crisi dei valori umani nella società contemporanea dominata dall'aridità sentimentale e dove emerge l'individualismo. Sofia è una madre malata e incapace di pensare a se stessa,  la figlia decide di abbandonarla scegliendo di vivere la propria vita in piena libertà incurante delle difficoltà di colei che le ha donato la vita. Annie, invece, è una figlia abbandonata a sua volta dalla madre sin dalla più tenera età e che ha sempre sognato quell'amore materno mai provato e la cui mancanza ha segnato nel cuore della giovane donna delle profonde ferite e lacerazioni che cerca di ricucire attraverso una menzogna e spera di trovare in Sofia una madre disposta ad amare. Qui emerge, l'importanza del ruolo fondamentale della famiglia come risorsa individuale di base.
La famiglia è, per l'individuo, il luogo delle forme primarie delle relazioni umane è importante dunque stabilire una relazione stabile tra genitore e figlio,  questo legame aiuterà a costruire quella rete di relazioni sociali che il soggetto tesse nell'arco della sua vita.Il primo a beneficiare di questa realtà familiare è il figlio, il quale nasce in un'oasi di pace e vede esemplificati i primi rapporti sociali nell'amore e nella collaborazione: preludio per lui alla buona disposizione verso i rapporti sociali.  L'attuale società, dominata da una cultura postmoderna segnata dal relativismo, per le sue caratteristiche di funzionalità e complessità dei rapporti e di esaltazione dell’individuo, nasconde una crisi profonda che rende fragili i rapporti umani e le relazioni interpersonali a ogni livello. È una cultura che indebolisce i legami affettivi.

L'etica - Step #21


RIFLETTERE - significa osservare per poi valutare, non si può valutare senza riflettere e l’osservazione è uno dei metodi della valutazione che insegnano a riflettere. Osservare significa mettere in luce alcune caratteristiche relative ad una cosa, persona, situazione ponendole in relazione con altre cose, persone, situazioni, all'interno di un contesto, inserite in un ambiente, in altre parole “situate” in una dimensione spazio-temporale ben definita.
Osservare significa anche registrare nel modo più oggettivo possibile le informazioni. L'osservazione è un elemento basilare ed ineliminabile nel processo della ricerca scientifica. Per lungo tempo si è pensato che fosse sufficiente raccogliere ordinatamente ed accuratamente una serie di informazioni ritenute significative per poter garantire scientificità ed oggettività alle rilevazioni effettuate (corrente empirista, che trovò la sua massima espressione nell'Ottocento con il Positivismo).
Questa prospettiva, ormai superata, non tiene conto del fatto che ciascuno, per quanto si sforzi di registrare nel modo più preciso e sistematico il “frutto” di un'osservazione, faccia confluire elementi di soggettività, legati al proprio modo di “leggere” la realtà, ai propri parametri culturali di riferimento, alle proprie credenze, valori, …
E se, come abbiamo detto, osservare significa comprendere, appare chiaro come, in assenza di specifiche competenze ed abilità nell'osservare, sia difficile una comprensione scientificamente fondata di situazioni complesse come, ad esempio, quella morale ed educativa.Un buon osservatore, avendo ben chiaro l'obiettivo della propria attività conoscitiva ed il proprio quadro di riferimento, accosta la realtà da osservare con larghezza di vedute, ricettività per i dati e capacità di astenersi dal pregiudizio, evitando che i propri riferimenti valoriali, le proprie idee preconcette diventino l'unico metro di analisi dell'intera realtà.
Un bravo osservatore non dà nulla per scontato e considera anche quanto potrebbe a prima vista apparire come ovvio ed irrilevante, cercando con abilità di cogliere non solo le dimensioni globali ma anche i dettagli che caratterizzano le diverse situazioni.
Un abile osservatore non riguarda solo fatti ed eventi visibili ma anche la loro assenza, quindi non si ferma all'apparenza delle cose ma “guarda oltre”.
Un osservatore attento non si accontenta di un'osservazione dei fenomeni nella loro individualità e peculiarità ma cerca di cogliere l'aspetto globale e dinamico delle situazioni, evidenziando antecedenti, conseguenti, correlazioni.
Un osservatore competente non si limita a rilevare i dati ma cerca di dare una lettura di ciò che vede: questa operazione, che in apparenza potrebbe sembrare soggettiva e priva di fondamento scientifico, è invece parte essenziale e conclusiva del processo di osservazione, se condotto in maniera metodologicamente corretta.

L'OSSERVAZIONE: Uno strumento operativo per “conoscere” e per costruire relazioni in contesti educativi e formativi
di Paola Rogora.

giovedì 28 maggio 2020

Nello Zibaldone di Leopardi - Step #20

LO ZIBALDONE

Lo Zibaldone è un diario intellettuale nel quale Leopardi riversa un’impressionate varietà di considerazioni e pensieri relativi a questioni filologico-erudite, linguistiche, letterarie, filosofiche; vi si trovano però anche abbozzi poetici, pagine saggistiche, note psicologiche e autobiografiche.  Rappresenta un'opera che raccoglie i materiali di un monumentale manoscritto di 4526 pagine, dotato di numerosi indici ed in cui ogni singola riflessione è numerata progressivamente. Leopardi mette in comunicazione  riflessioni anche molto lontane, riprendendo, per completarli o correggerli, ragionamenti avviati in precedenza.
Uno dei temi fondanti a contenuto strettamente filosofico che caratterizza la produzione leopardiana vi è la riflessione sul piacere, la chiave della sua psicologia, della sua morale e della sua estetica. L'uomo leopardiano, infatti, è definito nella sua sete insaziabile di felicità, cioè di piacere, che si manifesta in ogni attività, compresa l'espressione poetica. Ogni uomo, nel suo agire, mira al piacere, ossia alla felicità; questa tendenza al piacere non conosce limiti perché connaturata all’esistenza; al contrario, i mezzi attraverso i quali l’uomo cerca di soddisfarla sono limitati, temporanei ed effimeri. Ne consegue la distanza incolmabile tra desiderio del piacere ed effettiva possibilità di soddisfarlo.

mercoledì 27 maggio 2020

Nell'utopia - Step #19

La parola utopia è composta da parole di origine greca e significa letteralmente “nessun-luogo”, un luogo che non esiste. Da molto tempo l’uomo riflette sulla possibilità di realizzare un mondo più vivibile, sogna un mondo ideale un mondo in cui gestire una società perfetta. Di conseguenza nasce l’uso della parola utopia. È una teorizzazione su come si potrebbe organizzare in modo ideale una società, uno stato, una comunità o parte di essa. Si cerca il modello del miglior sistema possibile. L’idea, tuttavia, prende forma solo in termini teorici, senza tenere conto del grado di difficoltà che può comportare il tradurre in pratica l’idea stessa o lo schema. Ebbene, l’idea di perfezione applicata alla società è ambigua e soggetta ad innumerevoli interpretazioni. Il dato di fatto è che, nel corso della storia, l’uomo è cambiato in maniera quasi costante cambiando anche il suo ideale di società perfetta. In ogni epoca mettiamo in discussione la validità del sistema sociale esistente e si valuta la necessità di un cambiamento politico. Le utopie servono proprio a riflettere sui diversi metodi di organizzare la società e comprendere meglio il sistema politico e sociale ideale, in cui vengano riconosciuti i diritti di ognuno e venga rispettata la libertà, la libera espressione personale e l'inclusione, in un mondo che esclude e sopprime i più fragili. Attraverso l'utopia fissiamo l'obiettivo, ossia il raggiungimento di uno stato perfetto e ideale che ci aiuta a sperare e a garantire un progresso continuo e ci impedisce di restare bloccati nella falsa illusione che viviamo nel miglior sistema possibile.

martedì 26 maggio 2020

Filosofia contemporanea - Step #18


Il mondo attuale è percorso da problemi e vere e proprie sfide che sono, per molti versi, senza precedenti nella storia umana: la globalizzazione, la crisi ambientale, il confronto e lo scontro tra culture diverse. La filosofia aiuta a riflettere in un simile contesto. È possibile impostare l’insegnamento della filosofia confrontandosi con i temi attuali, ma senza rinunciare all’approfondimento storico e concettuale.

Il sapere filosofico, d’altronde, è nato e si è sviluppato proprio attraverso il confronto con la realtà sociale, politica ed economica circostante. Non è mai stato un sapere astruso e slegato dal mondo. Per questo è necessario mettere in rapporto la riflessione filosofica con le discussioni sulla morale, la politica, l’economia. Come si è già detto, la globalizzazione è caratterizzata anche dalla crescente mobilità degli individui su scala mondiale. Per via di questo processo le società occidentali – ma non solo esse – sono sempre più società multiculturali, ossia sono formate da individui e da gruppi dalle tradizioni culturali assai diversificate, talora di lingua e religione diverse rispetto alla maggioranza degli autoctoni (cioè delle persone del luogo).Questa situazione ha dato avvio, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta del secolo scorso, al dibattito sul multiculturalismo, sorto dapprima in ambito anglo-americano e poi allargatosi anche all’area europea: con questo termine ci si riferisce sia alla condizione di multiculturalità tipica delle società odierne, intesa come problematica e bisognosa di comprensione e di intervento politico, sia all’insieme delle interpretazioni di questo fenomeno sociale sorte all’interno del dibattito che prende il medesimo nome.

La vita in una società aperta e parzialmente astratta richiede continuamente di rinunziare ad alcuni almeno dei nostri bisogni sociali emozionali, di badare a noi stessi e accettare le responsabilità. Popper afferma: "Noi dobbiamo, io credo, sopportare questo effetto stressante come il prezzo da pagare per ogni accrescimento di conoscenza, di ragionevolezza, di cooperazione e di reciproco aiuto e, quindi, delle nostre possibilità di sopravvivenza e dell’entità della popolazione. È il prezzo da pagare per essere umani".

“ K.R. Popper, La Società aperta e i suoi nemici.

lunedì 18 maggio 2020

Abbecedario - Step #17


Assennatezza: Pieno di senno, giudizioso, savio: un ragazzo assennato; una proposta, una risoluzione, una riflessione assennata.

Brillante: che riflette o emana una luce particolarmente vivida e cangiante.

Consideratezza: Abitudine alla riflessione o alla ponderatezza nell'agire e nell'operare.

Dottrina: Complesso di cognizioni o di principi organicamente elaborati e disposti, considerato come oggetto di studio o come norma sul piano teorico o pratico: d. sociali, economiche, politiche; la d. marxista-leninista; i giovani vengono spesso fuorviati da false dottrina.

Elucubrazione: Meditazione o elaborazione condotta con meticolosità.

Filosofia: Attività spirituale autonoma che interpreta e definisce i modi del pensare, del conoscere e dell'agire umano nell'ambito assoluto ed esclusivo del divenire storico.

Giudizio: La capacità individuale di valutare o definire.Giudizio riflettente, quello che si limita a riflettere su una natura già costituita, riconducendola alle nostre esigenze di ordine e di armonia.

Hegeliano: Pertinente o riconducibile alla filosofia idealistica del pensatore tedesco G.W.F. Hegel (1770-1831).Destra e Sinistra h. : distinzione dei seguaci di Hegel, in base alla loro divergente interpretazione e valutazione (con indirizzo, rispettivamente, conservatore e progressista) degli aspetti spec. politici e religiosi del pensiero del maestro.

Intelletto: La facoltà di istituire rapporti ideali di ordine specialmente razionale.

Junghiano: Pertinente allo psichiatra e psicoanalista svizzero C.G. Jung (1875-1961), fondatore della psicologia analitica.Carl Jung, con le sue citazioni aiuta a riflettere e ad ampliare la visione di se stessi e della vita.

Kantismo: L'obiettivo principale del pensiero di Immanuel Kant è quello di riflettere sulle condizioni entro le quali una conoscenza possa essere ritenuta valida sia nel campo delle nuove scienze della natura sia in quelle tradizionali della metafisica, dell'etica, della religione e dell'estetica.

Luce: riflessione, assorbimento e trasmissione sono i fenomeni che avvengono quando la luce interagisce con la materia.

Meditazione: Fermare a lungo il pensiero su qualcosa, riflettere (+ su o intorno a ).
"meditazione intorno al significato della vita".

Neoplatonismo: fase conclusiva del pensiero greco classico fondata sulla contaminazione di recuperi platonici e pitagorici con i risultati delle ultime esperienze, soprattutto religiose, dell'ellenismo.

Osservazione: Osservare, riflettere, valutare: non si può valutare senza riflettere e l’osservazione è uno dei metodi della valutazione che insegnano a riflettere.

Ponderazione: Considerazione o riflessione attenta e prolungata.

Qualifica: Definire con un giudizio che ne indichi le caratteristiche (anche + con ): c'è chi lo qualifica un genio; q. un fatto come reato; q. una persona con un titolo offensivo; in frasi di valore negativo per esprimere un giudizio di grave riprovazione.

Raccoglimento: Atteggiamento di meditazione contrassegnato da religioso fervore o da composta serietà.

Saggezza: L'equilibrio nel comportamento e nel consiglio, che è frutto di una matura riflessione, consapevolezza ed esperienza delle cose del mondo.

Teoria: Formulazione sistematica di principi generali relativi a una scienza, arte o branca del sapere, e anche delle deduzioni che da tali principi si possono ricavare, nel loro insieme in grado di interpretare (per le scienze sperimentali) i fatti sperimentali noti e di prevederne di nuovi.

Umanitarismo: L'insieme delle idealità e degli intenti di chi dirige il proprio pensiero e la propria azione all'elevazione materiale e morale degli uomini.

Valutazione: la valutazione è una riflessione sulla definizione del valore di un bene calcolato in moneta.

Work: il lavoro presuppone l'applicazione di una energia (umana, animale o meccanica) al conseguimento di un fine determinato: il l. dell'uomo; il l. di una macchina; un l. di pazienza, di concetto.

Xenofobia: la mancata riflessione e avversione indiscriminata nei confronti degli stranieri e di tutto ciò che proviene dall'estero provoca atteggiamenti e azioni di insofferenza e ostilità verso le usanze, la cultura e gli abitanti stessi di altri paesi.

Yoga: Complesso di tecniche ascetiche, comuni sia a varie forme di induismo, sia al buddismo, con le quali si cerca di attuare l'emancipazione dell'individuo dagli stimoli fisici e psichici, per portarlo a un'assoluta integrità spirituale.

Zen: Setta buddista contemplativa giapponese, introdotta dalla Cina nel 1192, che propugna la ricerca della verità attraverso l'astrazione meditativa personale, al di fuori di ogni ritualismo o codificazione; ha avuto larga influenza anche nell'ambito dell'arte.

sabato 16 maggio 2020

Protagonista - Step #16


Riflessione sul messaggio di Ezio Bosso

Ezio Bosso è nato il 13 settembre a Torino ed è  morto il 15 maggio 2020 nella sua casa di Bologna all'età di 48 anni, a causa dell'aggravarsi della malattia neurodegenerativa da cui era affetto, per cui era anche costretto in sedia a rotelle, e del ritorno del cancro. La malattia di Bosso, lentamente, gli avrebbe impedito di fare ciò che più ama: cioè fare musica. Suonare il pianoforte era diventato sempre più difficile per lui.
Egli è uno dei più grandi compositori italiani  che deve farci riflettere oltre che per le sue doti artistiche elevatissime ma anche per la dolente umanità che lo ha avvicinato ai cuori di tutti. La grandezza del suo spirito e l'elevatezza del suo animo fanno di lui un testimonial della passione per la vita che nonostante le sofferenze ha dimostrato un attaccamento alla vita e alla musica degne di riflessione. Per lui la musica sta nel silenzio, la riscopre in  quelle piccolissime pause che creano quella tensione, l’attesa, la musica è presente nel canto degli uccelli, nel vento, nel silenzio, nel mare.
Il successo raggiunto a livello nazionale così come all'estero è stato il più che meritato riconoscimento di tanti sacrifici, di tanto studio, di tanta passione. La terribile malattia, che lo ha colpito appena quarantenne e che lo ha inesorabilmente consumato nel fisico, non gli ha mai tolto la voglia di emozionare, di raccontare e di raccontarsi attraverso la musica. Fino a quando ne ha avuto le forze, fino all'ultimo giorno, Ezio Bosso non ha mai smesso di suonare, di comporre musica o di dirigere alcune delle più importanti orchestre italiane e internazionali, quando suonava o teneva in mano la bacchetta, la malattia si faceva da parte e lasciava il posto al genio, al talento, al sorriso. Un sorriso di gioia e di amore. Esemplare la sua capacità di rialzarsi nonché la sua determinazione, quella di un artista in grado di reinventarsi e ricominciare. Ha lasciato a tutti noi un patrimonio in cui la musica non è un rifugio dal dolore, ma una casa per l'anima, che trasforma il dolore, lo plasma, e ne fa un messaggio universale di creatività, di entusiasmo e di coraggio.

giovedì 14 maggio 2020

Limite dello sviluppo - Step #15

Il pensiero critico è un tipo di pensiero che si propone di raggiungere un giudizio attraverso processi mentali di discernimento, analisi, valutazione, inferenza, non disgiunti da spiegazioni delle considerazioni sulle quali si fonda quel giudizio. Comprende processi di riflessione su aree tangibili e intangibili con l'intento di formarsi un giudizio solido che riconcili l'evidenza empirica con il senso comune.
La mente umana, sebbene abbia la capacità potenziale di pensare razionalmente, è per sua natura incline ad assumere atteggiamenti egocentrici e sociocentrici come riporta la psicologa Linda Elder.
Egocentrismo: è la tendenza umana innata a vedere il mondo solo in relazione a se stessi.
Sociocentrismo (o etnocentrismo): è la tendenza umana innata a vedere il mondo dalla prospettiva ristretta e fuorviante del gruppo cui si appartiene, e agire conseguentemente nel mondo attraverso credenze (per lo più inconsce e parziali) del gruppo: influenze etiche, regole, interessi.
L'origine del pensiero critico può essere individuata nel metodo socratico descritto da Platone. Questo metodo, che si avvale del dialogo tra maestro e allievo, consiste nell'aiutare l'allievo a individuare il proprio punto di vista, a riconoscerne la fallibilità e ad argomentare correttamente.
In tal modo il maestro aiuta l'allievo a riconoscere  che la propria verità è solo un'opinione che va sottoposta a verifica.

domenica 10 maggio 2020

Fatto di cronaca - Step #14


IL CORRIERE DELLA SERA
Strage Capaci, Mattarella: «La mafia ignorò la forza dell’esempio di Falcone e Borsellino»

Il presidente della Repubblica per il 28esimo anniversario della Strage di Capaci: «I valori di Falcone e Borsellino radicati nelle persone oneste». Lamorgese: «Le mafie sfruttano anche la pandemia. Guardia alta contro le infiltrazioni nella Fase 2»
di Carlotta De Leo















Strage Capaci, Mattarella: «La mafia ignorò la forza dell'esempio di Falcone e Borsellino»Giovanni Falcone, da sinistra, e Paolo Borsellino.



Il 23 maggio del 1992 con oltre 400 chili di tritolo la mafia fece esplodere la Fiat Croma del giudice Giovanni Falcone. Nel tratto dell’autostrada A29, da Punta Raisi a Palermo, persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. A 28 anni dalla Strage di Capaci, l’esempio di Falcone e Paolo Borsellino (ucciso il 19 luglio dello stesso anno) è sempre più vivo anche senza cortei e manifestazioni a causa della pandemia. «I mafiosi - ha detto in un videomessaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste».

I giovani: "Riflessione"
Il messaggio del Presidente è indirizzato ai giovani delle scuole coinvolti nel progetto «La nave della legalità». Le figure di Falcone e Borsellino «hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità. I giovani - spiega Mattarella - sono stati tra i primi a comprendere il senso del sacrificio di Falcone e di Borsellino, e ne sono divenuti i depositari, in qualche modo anche gli eredi. Dal 1992, anno dopo anno, nuove generazioni di giovani si avvicinano a queste figure esemplari e si appassionano alla loro opera e alla dedizione alla giustizia che hanno manifestato. Cari ragazzi, il significato della vostra partecipazione, in questa giornata, è il passaggio a voi del loro testimone. Siate fieri del loro esempio e ricordatelo sempre».

venerdì 8 maggio 2020

Disciplina dell'ingegneria - Step #13


Filosofia dell'ingegneria. L'ingegneria occupa una posizione singolare nel quadro delle pratiche umane: da una parte, ha un legame privilegiato con la scienza, e per certi versi è una scienza essa stessa; dall'altra, ha per obiettivo la produzione di opere, proprio come l'arte. Cruciale risulta soprattutto la nozione di funzionamento: l’ingegneria è l’arte di far funzionare le cose ma è anche la scienza capace di spiegare perché funzionano. Compito della filosofia dell’ingegneria è dunque un’indagine sistematica che verte sia sulle conoscenze teoriche di cui gli ingegneri si avvalgono, sia sulla natura delle opere che progettano e realizzano.

venerdì 1 maggio 2020

"Riflessione" nel pensiero medievale e del mondo moderno - Step #12


Pensiero medievale con Dante:


La più alta sintesi del pensiero medievale si trova forse nelle opere di Dante (1265-1321). In realtà, all’epoca in cui Dante scrisse la Divina Commedia, il Medioevo stava cominciando a dissolversi.
Abbiamo qui la rappresentazione di un mondo che aveva superato la propria giovinezza, guardava indietro al gran risveglio aristotelico dell’Aquinate ed era sconvolto dalle lotte di fazione tra Guelfi e Ghibellini nelle città-stato italiane.

La Divina Commedia è un viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, ma nel corso di esso ci viene offerto un compendio del pensiero medievale, sotto forma di digressioni e di allusioni.
La visione del Medioevo di Dante è sorretta da un'incrollabile fede nel possesso della verità, dalla convinzione che il senso ultimo dell'universo è stato definitivamente spiegato dalla rivelazione divina e dalla filosofia.
Dante ritiene che nella conoscenza risieda la perfezione della natura umana; ma la conoscenza per lui non è avventura di ricerca personale, esplorazione dell'ignoto, capace di sfidare ogni limite: è adeguazione ad un patrimonio di nozioni già dato una volta per tutte. Per questo Dante condanna il viaggio di Ulisse, che, animato da un eccessivo orgoglio nelle forze dell'ingegno umano, si è spinto al di là dei limiti segnati da Dio alla conoscenza dell'uomo. Gli uomini devono accontentarsi di ciò che è stato loro rivelato, senza spingersi oltre, perché, se avessero potuto conoscere tutto, non sarebbe stata necessaria, per la loro salvezza, l'incarnazione di Cristo.
Riferimenti:

  Pensiero nell'età moderna con Locke:


Invece, il pensiero della conoscenza nell'età moderna, è rappresenta dalla visione del mondo di locke attraverso le idee.
Nel secondo libro del Saggio Locke classifica i vari tipi di idee derivate dall'esperienza per scoprire i limiti reali del nostro conoscere. In base all'esperienza possiamo distinguere:
Idee di sensazione quelle cioè che provengono dall'esperienza esterna, dalle sensazioni come, ad esempio, i colori e le Idee di riflessione che riguardano l'esperienza interna o riflessione sugli atti interni della nostra mente come le idee di dubitare, volere ecc.

Una seconda distinzione riguarda
le idee semplici e quelle complesse, le prime quelle che non possono essere scomposte in altre idee e che quindi sono di per sé chiare e distinte, derivati in forma immediata dalla sensazione o dalla riflessione. Tra le idee complesse, invece, ci sono quelle di relazione che nascono dalla comparazione delle idee tra di esse (idee di causa-effetto, di identità, di etica, ecc.).

Riferimenti: