sabato 16 maggio 2020

Protagonista - Step #16


Riflessione sul messaggio di Ezio Bosso

Ezio Bosso è nato il 13 settembre a Torino ed è  morto il 15 maggio 2020 nella sua casa di Bologna all'età di 48 anni, a causa dell'aggravarsi della malattia neurodegenerativa da cui era affetto, per cui era anche costretto in sedia a rotelle, e del ritorno del cancro. La malattia di Bosso, lentamente, gli avrebbe impedito di fare ciò che più ama: cioè fare musica. Suonare il pianoforte era diventato sempre più difficile per lui.
Egli è uno dei più grandi compositori italiani  che deve farci riflettere oltre che per le sue doti artistiche elevatissime ma anche per la dolente umanità che lo ha avvicinato ai cuori di tutti. La grandezza del suo spirito e l'elevatezza del suo animo fanno di lui un testimonial della passione per la vita che nonostante le sofferenze ha dimostrato un attaccamento alla vita e alla musica degne di riflessione. Per lui la musica sta nel silenzio, la riscopre in  quelle piccolissime pause che creano quella tensione, l’attesa, la musica è presente nel canto degli uccelli, nel vento, nel silenzio, nel mare.
Il successo raggiunto a livello nazionale così come all'estero è stato il più che meritato riconoscimento di tanti sacrifici, di tanto studio, di tanta passione. La terribile malattia, che lo ha colpito appena quarantenne e che lo ha inesorabilmente consumato nel fisico, non gli ha mai tolto la voglia di emozionare, di raccontare e di raccontarsi attraverso la musica. Fino a quando ne ha avuto le forze, fino all'ultimo giorno, Ezio Bosso non ha mai smesso di suonare, di comporre musica o di dirigere alcune delle più importanti orchestre italiane e internazionali, quando suonava o teneva in mano la bacchetta, la malattia si faceva da parte e lasciava il posto al genio, al talento, al sorriso. Un sorriso di gioia e di amore. Esemplare la sua capacità di rialzarsi nonché la sua determinazione, quella di un artista in grado di reinventarsi e ricominciare. Ha lasciato a tutti noi un patrimonio in cui la musica non è un rifugio dal dolore, ma una casa per l'anima, che trasforma il dolore, lo plasma, e ne fa un messaggio universale di creatività, di entusiasmo e di coraggio.